Da indagine Ido 7 su 10 considerano i contenuti inadatti
(DIRE – Notiziario Minori) Roma, 7 mar. – Il 75% degli adolescenti italiani gioca ai videogiochi on line e nel 40% dei casi lo fa da solo contro il computer, oppure contro persone conosciute in rete (l’11%). A dirlo è un’indagine dell’Istituto di Ortofonologia di Roma (IdO) condotta su 1.414 studenti della Capitale dai 10 ai 19 anni.
Il 90% dei giovani, inoltre, non ha mai giocato ai videogame con gli adulti. La loro ‘postazione di gioco’ è nel 43% dei casi in camera da letto, ma cucina e salone nono sono stanze disdegnate, tanto che il 35% degli studenti conduce le sue sfide anche in presenza dei genitori. Ci sono poi adolescenti più fantasiosi che affermano di giocare ovunque (il 13%).
“Le nostre rilevazioni hanno messo in luce che i ragazzi vogliono stare per conto loro, non importa dove, e i genitori, d’altro canto, non riescono né a stargli dietro né a limitarli- affermano gli esperti IdO- in questo contesto i videogame diventano una forma di rifugio da una realtà”. Da lungo tempo l’équipe dell’IdO si interroga “su quanto i videogiochi possano influenzare gli aspetti cognitivi ed emotivi dei minori. Da una parte offrono la possibilità di mettere in connessione persone in tutto il mondo, e misurarsi con il concetto di sfida e superamento degli ostacoli- spiegano- ma dall’altra rischiano di diventare una modalità per isolarsi dalla relazione”.
I giovani sono consapevoli di questi rischi e sanno anche che non tutti i giochi sono positivi per la loro crescita. Basti pensare che sette studenti su dieci considerano i contenuti dei videogiochi non adatto alla loro età, eppure se devono scegliere un videogame lo fanno orientandosi proprio verso i generi ‘incriminati’: sparatutto, picchiaduro e simulatori/gestionali. Addirittura il 73% sa anche cos’è il ‘Pan european game information’ (Pegi), un metodo di classificazione dei videogame valido su tutto il territorio europeo per fasce d’età e contenuto.
Scendendo poi nei dettagli, e andando a vedere quali sarebbero secondo gli studenti i contenuti dei videogiochi non adatti alla loro età, emerge al primo posto la droga (51%), il sesso (46%), la violenza (38%), il linguaggio volgare (25%), il gioco d’azzardo (23%) e infine argomenti di paura (8%).
Dalla ricerca dell’IdO emerge quindi che “la maggioranza di loro è informata e responsabilizzata- precisano gli psicoterapeuti- e sa esprimere un giudizio serio sul tema. In teoria sanno davvero cosa dovrebbero evitare- concludono- ma in pratica cercano di avventurarsi proprio in quelle ‘storie proibite’ che li vedono protagonisti, vestendo i panni di personaggi violenti, volgari e invischiati in storie di droga e sesso come ‘Claude Speed’ di Grand Theft Auto III”.
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