Scuole a compiti zero
Vorrei “censire” le classi/scuole nelle quali non si assegnino compiti a casa.
Sono convinto che i compiti a casa debbano essere eliminati perché:
- sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche…) hanno durata brevissima – dopo un paio di mesi non si ricorda nulla;
- sono dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio;
- sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l’ingiustizia già sofferta;
- sono impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare un metodo di studio (spesso devono sostituire anche i figli facendo loro i compiti a casa);
- sono limitanti: lo svolgimento di fondamentali attività formative (che la scuola non offre: musica, sport…), oltre gli orari delle lezioni, che richiedono tempo, energie, impegno, esercizio, sono limitate o impedite dai compiti a casa;
- sono stressanti: molta parte dei conflitti, dei litigi (le urla, i pianti, le punizioni…) che avvengono tra genitori e figli riguardano lo svolgimento, meglio il tardivo o il mancato svolgimento dei compiti;
Si potrebbe allestire uno spazio di confronto e scambio di esperienze, costruire una rete delle classi/scuole a compiti zero, per sostenere l’operato dei docenti e fornire ai genitori indicazioni e supporto.
Si potrebbero prevedere incontri (anche con esperti) nelle scuole aderenti, e magari un convegno annuale.
Si potrebbero confrontare i percorsi e gli esiti scolastici degli studenti liberati dall’onere dei compiti.
Si potrebbe… se esistessero genitori e docenti (ben)disposti.
6 ottobre 2014