14 marzo 2016
ActionAid, Coordinamento Genitori Democratici e Save the Children ritengono fondamentale che tutte le bambine e tutti i bambini abbiano il diritto all’accesso a una mensa di qualità, indipendentemente dallo status economico delle famiglie, in rispetto del principio di non discriminazione così come garantito dall’articolo 2 della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, oltre che del diritto all’istruzione e del diritto ad un cibo adeguato, quest’ultimo oggetto anche di una recente legge della Regione Lombardia. Esprimiamo quindi la nostra preoccupazione per quei casi in cui le amministrazioni comunali mettono in atto misure discriminatorie nei confronti delle bambine e dei bambini le cui famiglie risultano insolventi nei pagamenti delle rette per il servizio di refezione scolastica. Ribadiamo, inoltre, il nostro pieno appoggio e sostegno ai comitati dei genitori, alle organizzazioni e alle istituzioni scolastiche che si stanno attivando sul territorio per contrastare questa grave forma di discriminazione che colpisce le bambine e i bambini.
In particolare nel caso del Comune di Corsico, apprendiamo dagli organi di stampa, oltre che dai comunicati stampa del Comune stesso, che sono ancora più di 50 le famiglie che risultano escluse dal servizio di ristorazione scolastica, a seguito della delibera comunale n. 139 del 21.07.15 e delle successive modifiche, che detta le linee guida per il recupero della morosità pregresse per i servizi nido, scuola dell’infanzia e refezione scolastica. Tra queste risultano escluse dal servizio anche famiglie che dopo aver sottoscritto un piano di rientro con pagamenti dilazionati non sono comunque in grado di far fronte alle nuove rate.
Chiediamo quindi all’amministrazione comunale di revocare quanto prima la delibera che impedisce ai figli di genitori morosi l’accesso ai servizi di ristorazione scolastica, sottolineando che l’esclusione dal servizio di refezione per motivi economici e di morosità da parte di famiglie in condizioni di povertà, così come le separazioni imposte agli alunni durante il tempo dedicato al pasto, rappresentano una grave forma di discriminazione nei confronti delle bambine e dei bambini.
Riteniamo infine giusto e doveroso richiedere il pagamento della retta della mensa, a partire dai casi in cui ci sia una morosità colpevole ma garantendo allo stesso tempo efficaci e inclusivi meccanismi di tutela per le famiglie che per vari motivi non riescono a far fronte al costo della mensa. Il recupero crediti nei confronti dei genitori va esercitato individuando modalità che non si ripercuotano sulle bambine e sui bambini, impedendo loro l’accesso al servizio, stigmatizzandoli nei confronti dei loro compagni di classe e pregiudicando quindi una serena socialità nel contesto scolastico e il pieno godimento di loro diritti fondamentali.
Secondo ActionAid, Coordinamento Genitori Democratici e Save the Children, la presenza e l’accesso a una sala mensa dove poter condividere il pranzo, la garanzia dell’accesso gratuito al servizio per le fasce più disagiate, del tempo prolungato per tutte le bambine e i bambini e un’alimentazione di qualità sono i presupposti inderogabili per un pieno godimento del servizio di refezione scolastica inteso come strumento di tutela e promozione del diritto ad un’istruzione di qualità, a un cibo adeguato e a una buona salute senza nessuna discriminazione per tutte le bambine e i bambini.