Veniamo a conoscenza che la Regione Lombardia ha indetto un bando per la gestione di uno ‘sportello famiglia’ e che il servizio “costituirà anche un valido strumento di contrasto all’ideologia gender” come ha affermato l’assessore regionale alle Culture Cristina Cappellini.
Più in generale lo sportello servirà “a fronteggiare – ha aggiunto Cappellini – eventuali casi di forme di disagio nel percorso educativo degli alunni, avendo come stella polare i valori non negoziabili della famiglia naturale e della tutela della libertà educativa in campo alla famiglia stessa”.
Il bando è stato vinto dall’Associazione AGE che percepirà 30mila euro per questa attività di monitoraggio nelle scuole, gestendo anche un centralino per i genitori che vorranno denunciare la diffusione della cosiddetta teoria “gender” negli istituti lombardi.
Siamo molto preoccupati e ci chiediamo:
- sotto quale voce di bilancio la Regione Lombardia è arrivata ad erogare 30.000 euro per questo progetto?
- La Ministra Giannini non aveva detto a suo tempo che chiunque avesse continuato con la farsa della teoria del gender sarebbe stato sanzionato?
- Chi deve fare il monitoraggio nelle scuole? La Regione o il MIUR? Chi ha competenza in materia? Chi si occupa di eventuali segnalazioni?
- La scuola, soprattutto se scuola pubblica, deve garantire e tutelare la pluralità. Sostenere che sono valori “non negoziabili” quelli della famiglia naturale ( intendendo ovviamente per naturale solo quelle formate da un uomo, una donna e dai figli nati dalla loro unione e non tutte le altre forme famigliari esistenti) e la tutela della libertà educativa della famiglia stessa viola il principio stesso di pluralità.
Pertanto chiediamo chiarimenti in merito e soprattutto azioni concrete di contrasto a pratiche che rischiano di incrementare l’intolleranza, l’esclusione, la violenza.
Firmato Agedo Nazionale e CGD Nazionale