la conferenza stampa tenuta ieri a Roma e costruita con un lungo e paziente lavoro è andata bene. Erano presenti le maggiori agenzie di stampa ed alcuni rappresentanti politici (Fassina per Liberi ed uguali , la Cirinnà per il PD ed un esponente dei 5 stelle).Il CGD ha dato un contributo importante e per certi versi determinante. Ora si può e si deve intraprendere un percorso, insieme, su tutti i temi affrontati.
Questo di Repubblica il primo riscontro di stampa.
Da Repubblica.it del 16/02/2018
Associazioni laiche: “Negare educazione sessuale e affettiva mette a rischio i giovani”
L’allarme del Coordinamento: aumentano malattie a trasmissione sessuale e 4 giovani su 10 non usano il preservativo. Appello alle forze politiche: “Serve un nuovo progetto didattico aperto e inclusivo. Il family day crea discriminazioni” di MARINO BISSO |
16 febbraio 2018
Introdurre l’educazione sessuale per contrastare i rischi per la salute degli studenti. Sono un gruppo di associazioni a mobilitarsi davanti a quella che definiscono “una emergenza”. Il Coordinamento nazionale ‘Laicità Scuola Salute’ composto da Agedo, Coordinamento genitori democratici, Educare alle differenze, Famiglie Arcobaleno, Rete Genitori Rainbow, Gaycs, Gaynet presenta una serie di richieste alle forze politiche, in vista delle elezioni, per una scuola laica, aperta all’autodeterminazione e rispettosa delle identità di genere e che affronti “l’affettiva della sessualità tra le giovani generazioni” o questioni come il bullismo.
Ma vediamo intanto la fotografia dell’emergenza a cominciare dall’aumento di una malattie a trasmissione sessuale come la sifilide (+800% tra 1996 e 2008 tra i 15 ei 25 anni). Il dato è accompagnato al fatto che 4 giovani su 10 non usano il preservativo. E poi c’è il problema dell'”ignoranza diffusa” e della falsa rappresentazione della realtà. “Persistono stereotipi come quello che l’omosessualità sia una malattia, che i migranti siano un peso per il welfare, e l’aumento dei casi di bullismo, il 25% dei quali è legato all’identità di genere. Tutto questo è un’emergenza – sottolinea il Coordinamento -. In Italia, a differenza dei Paesi dell’ Europa occidentale non è previsto alcun programma curriculare di educazione alla sessualità e alle differenze”.
Tutto questo si aggiunge ai dati ISTAT di pochi giorni fa, per cui in Italia sono quasi 9 milioni le donne ad aver subito molestie. Sotto accusa anche il recente “Piano per l’educazione al rispetto” varato dal MIUR, che nonostante l’impegno della Ministra Fedeli risente dell’influenza di chi parla ancora di “gender” nelle scuole e non affronta i temi della sessualità, dell’omofobia, degli stereotipi di genere, dell’inclusione di chi proviene dalle nuove famiglie considerate “non tradizionali”.
La proposta presentata è incentrata sulle linee guida dell’OMS sull’educazione sessuale e affettiva e sull’esperienza di centinaia di realtà che lavorano quotidianamente nelle scuole in collaborazione con corpo docente e studentesco. Insegnamento curriculare, quindi, delle competenze raccomandate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, sostegno ai progetti sul territorio, distribuzione gratuita del profilattico nelle scuole e campagne di informazione, verifica del linguaggio dei libri di testo secondo il progetto Polite, formazione obbligatoria dei docenti, celebrazione in tutte le scuole della giornata del 1 dicembre, sensibilizzazione sul pluralismo delle realtà familiari, iniziative per l’integrazione e il multiculturalismo.
“Come Coordinamento nazionale di genitori, famiglie, formatori e formatrici – affermano i promotori – riteniamo gravemente irresponsabile per la politica continuare a ignorare questo tema inseguendo i falsi miti di chi diffonde odio e falsità sulla pelle delle nuove generazioni. Queste persone, gli stessi che hanno inventato il “family day”, ci accusano di diffondere il fantasma del “gender” da loro inventato, ma a minacciare i nostri fili e le nostre figlie sono proprio loro, negando informazione, consapevolezza e conoscenza, in un’epoca in cui i nuovi strumenti della rete necessitano sempre più di strumenti critici”
Per questo motivo – aggiungono – continueremo a promuovere i nostri 7 punti per una Scuola laica, inclusiva, sicura, ringraziando i candidati e le candidate delle varie forze politiche che hanno aderito. Vigileremo – concludono – sul loro impegno nel portare avanti concretamente questi temi all’interno dei rispettivi schieramenti”
“Le linee guida del Miur, che dovevano attuare la ‘Buona scuola’ – secondo il Coordinamento – si sono rivelate poco più di una dichiarazione di intenti, tralasciando le tematiche relative alle nuove famiglie, alla sessualità, all’omo-transfobia”. “I temi della sessualità, dell’affettiva e delle differenza sono legati tra di loro e indispensabili allo sviluppo delle persona.
Noi chiediamo alle forze politiche di riconoscere l’emergenza. E di far sì che la scuola come luogo primario delle formazione se ne faccia carico”, dice Angela Nava, portavoce del Coordinamento.
Nell’appello si chiede di includere negli obiettivi formativi dell’insegnamento curriculare ‘l’educazione sessuale olisticà in base alle linee guida dell’Oms, sostenuta anche da un fondo apposito; di prevedere la formazione del corpo docente “a una didattica inclusiva, aperta al multiculturalismo e priva di stereotipi di genere”; una campagna di sensibilizzazione sull’uso del profilattico, e fare del 1 dicembre (World Aids Day) una giornata di informazione e prevenzione nelle scuole.
E anche il presidente di Gaynet Franco Grillini prende posizione: «L’iniziativa di alcune associazioni, costituitesi in coordinamento, di tornare a intervenire sul terreno scolastico nella lotta al bullismo, all’omofobia e alla diffusione dell’Hiv/Ist non può che essere di grande aiuto in un momento in cui la scuola sembra totalmente abbandonata a sé stessa. In un momento in cui la scuola sembra incapace di offrire messaggi positivi su tali temi.
Parlare di sessualità, informare sulle malattie sessualmente trasmissibili, reagire contro il bullismo, soprattutto quello omofobico, sono delle priorità assolute che lo stesso Miur dovrebbe valutare con grande attenzione e sostenere con impegno”.
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