A Lodi come a Monfalcone la condizione sociale e culturale dei genitori autorizza vergognosamente amministratori comunali e/o a dipendenti dal Ministero dell’Istruzione, di discriminare bambini e bambine relegandoli in classi ghetto, umiliandoli e separandoli dai compagni in momenti essenziali della vita scolastica quali mensa, trasporti, dotazioni in genere.
Dai primi anni 70 amministrazioni locali e docenti hanno convintamente sostenuto l’importanza fondamentale sul piano educativo della condivisione del cibo con i propri compagni: non un momento assistenziale, non in spazi separati e con alimenti diversi. Si incrementano così differenze e ingiustizie, con gravi conseguenze anche per gli alunni ‘privilegiati’ in quanto si costruiscono e rinforzano stereotipi, senso di estraneità e indifferenza.
Il Coordinamento Genitori Democratici vuole attraverso la presenza e la lotta del COGED di Lodi richiamare l’attenzione di sindaci (responsabili dell’istruzione dei loro cittadini di minore età), di amministratori, di dirigenti scolastici, di tutori dell’infanzia e, in primis, del Ministro dell’istruzione, prima che il suo silenzio si tramuti in complicità inaccettabile ai sensi della Costituzione su cui ha giurato, sulle ingiustizie che si stanno perpetrando.
I problemi della convivenza non si sono mai risolti con la separazione, la privazione, la ghettizzazione. Queste non possono che preparare l’insuccesso, l’estraneità, il senso di rifiuto.
Con la legge 176/91 l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia di cui a marzo 2019 ricorre il trentennale, che prevede il diritto di espressione, di coinvolgimento nelle scelte, di partecipazione democratica, di uguale istruzione per tutte/i i bambini che vivono nel nostro Paese.
Queste dovrebbero essere le linee guida di ogni istituzione scolastica e di ogni ente locale, “nell’interesse superiore del minore”.
Che deve prevalere a fronte di qualsiasi scelta.
Roma, 29 settembre 2018 COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI
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