In previsione di una auspicabile riapertura delle scuole a settembre 2020, in questo momento formidabile che ci vede tutti coinvolti come mai prima d’ora a ripensare i nostri stili di vita e a ripensarli in modo più responsabile, equo e sostenibile, vogliamo dare come genitori il nostro peculiare contributo al lavoro di chi, al Governo, sta progettando un nuovo modello formativo per i nostri figli, i cittadini di domani, guardando al futuro delle nostre comunità e della nostra nazione.
Egregi membri della Commissione,
vi esortiamo a cogliere questa occasione eccezionale per un effettivo ripensamento della didattica e dell’organizzazione della scuola italiana, per superare finalmente un concetto di classe obsoleto e demotivante, un contenitore più che un gruppo di alunni, standardizzato, affollato, con confini rigidi e contenuti fissati a priori. Vi esortiamo a creare nuove realtà di gruppo, che comunichino e interagiscano al loro interno e reciprocamente fra loro, dove le menti e le personalità dei ragazzi e degli insegnanti siano attivamente ingaggiate grazie ad una forte componente esperienziale, che li porti a vivere in modo stimolante i vari ambienti del loro istituto e del territorio a cui appartengono, percependosi così parte di una comunità che progredisce. Crediamo da sempre e, a maggior ragione oggi, che uno dei compiti principali della scuola sia formare ragazzi capaci di scambio e cooperazione e che ciò possa avvenire favorendo la creatività, la passione, il piacere di imparare, e di imparare condividendo. Non significa non avere regole, o non assumersi la RESPONSABILITA’ del proprio comportamento o del proprio miglioramento; al contrario, sperimentare in senso ampio e in tempi adeguati, libera l’espressività e l’arguzia dei ragazzi, facilita percorsi efficaci di apprendimento e solidarietà, tende a far emergere le potenzialità di ognuno, alimenta naturalmente sentimenti di rispetto e di apertura all’altro, abitua alla concretezza della quotidianità.
Sia Patrizio Bianchi che la sociologa Chiara Saraceno, in una intervista, considerano fondamentali i punti seguenti e trovano in questo il nostro pieno accordo:
• l’importanza della socialità nella crescita dei bambini, quindi LE SCUOLE DEVONO ESSERE RIAPERTE IL PRIMO SETTEMBRE , con la massima attenzione all’aspetto SICUREZZA E SALUTE e alle dotazioni necessarie. Consentendo ai genitori che lavorano di affiancare ai figli tutors competenti nella DaD, in loro assenza. E non potendo mettere a rischio la salute dei nonni, come faranno i genitori a rendersi disponibili ad accompagnare e ritirare i ragazzi, seguendo gli orari delle turnazioni che già vengono ipotizzate? Poniamo l’accento sul fatto che anche i trasporti dovranno riorganizzarsi in modo adeguato e funzionale.
• il superamento delle classi pollaio, si dovranno creare gruppi di lavoro/classi molto meno numerose delle attuali, adeguando le pratiche didattiche al mondo in cui vivono OGGI e in cui vivranno DOMANI i bambini/ragazzi. Potrà essere questa l’occasione per ampliare anche fisicamente gli ambienti in cui apprendere, considerando anche edifici diversi dalle scuole come, ad esempio, i musei, i parchi o altri spazi educativi presenti nei diversi centri abitati.
• l’importanza dell’uso delle tecnologie non in sostituzione, ma in affiancamento alle altre forme di apprendimento: un ulteriore linguaggio che ogni attore della Scuola dovrà possedere, per renderla realmente inclusiva, mettendo tutti in condizione di utilizzare la didattica a distanza senza problemi di sorta. Il digitale dovrà essere uno strumento e non un fine.
Probabilmente per realizzare questo sarà fondamentale il ruolo che potranno svolgere le Amministrazioni locali e il terzo settore, fornendo bonus per l’acquisto/affitto dei devices e figure di tutoraggio da affiancare ai bambini/ragazzi che non possono essere supportati dalle famiglie.
Vogliamo aggiungere un quarto punto:
• attenzione alla valorizzazione e alla dignità del lavoro di chi opera nella scuola, affinchè l’istruzione possa restare pubblica e di qualità. Crediamo che occorrerà dare agli insegnanti il tempo e gli strumenti per formarsi e aggiornarsi in funzione di questa nuova sfida, che richiede integrazione fra competenze tecniche ed esperienza pedagogica.
Siamo consapevoli che per realizzare tutto ciò occorrono sinergie, risorse economiche, tempo, uno sforzo di progettazione flessibile e articolata, dunque non ci aspettiamo tutto subito, tuttavia ci aspettiamo di avere chiari segnali che si agisce con questi obiettivi.
A Modena abbiamo la fortuna di avere alcuni esempi che vanno in questa direzione, che cercano una modalità più attuale di fare Scuola e ci stanno riuscendo con la soddisfazione di insegnanti, alunni e famiglie. Credendoci e volendolo con impegno, passione e capacità di comunicare e di motivare, si può stare al passo coi tempi, si può innovare la Scuola. Fondamentale è e sarà la figura del Dirigente Scolastico, la sua capacità di intercettare e rendere fertile all’interno del proprio istituto l’intraprendenza e la professionalità di tanti insegnanti, i quali troppo spesso si sono trovati isolati e non supportati, in un sistema ostaggio di regolamenti immobili, incapace di reinventare gli spazi, di incentivare la relazione con le famiglie, di accogliere e promuovere nuovi stili di insegnamento.
In questo periodo di DAD le famiglie hanno avuto modo di vivere direttamente le “gioie e i dolori” dell’insegnamento. E’ emerso in modo molto evidente il ruolo di intermediazione che la scuola svolge nei casi di necessità e di disagio educativo e sociale, occorre cogliere l’occasione per riproporre e valorizzare agli occhi dell’intera società le tematiche connesse alla questione educativa.
Vogliamo credere che possa non essere utopia (ri)pensare alla scuola in grande, scartando l’idea del “meno peggio”, ragionando su un apprendimento individualizzato, finalizzato non alla quantità, ma alla qualità, in cui sia ridato giusto SPAZIO ALLA PRATICA DELL’APPROFONDIRE, nelle tante modalità che oggi sono concesse, per acquisire la consapevolezza che dobbiamo saper interpretare il presente, superando il “twitter pensiero”, valorizzando invece il pensiero divergente e le diverse intelligenze. Questo per noi rappresenterebbe “il” bagaglio da portare con sé per la vita, in un’ottica di apprendimento permanente.
Da tempo, a fronte di una immutata ed allarmante dispersione scolastica, lanciamo appelli e ci interroghiamo insieme ai genitori, ai professionisti e alle associazioni con cui collaboriamo. Ci chiediamo come può NON ESSERE URGENTE E PRIORITARIO per i distretti, per le città, per i territori, lavorare ad una Scuola meno convenzionale e più formativa, gratificante ed innovativa, che coltivi la ricchezza della diversità, della multiculturalità, che liberi i talenti inespressi, anziché arrancare, senza successo e con alti costi, nel recupero sociale di chi rimane indietro, suo malgrado.
Come genitori chiediamo con forza una svolta vera, chiediamo a voi di rivendicare con coraggio una progettualità lungimirante, la dedizione, le risorse e l’ascolto che per troppi anni, irresponsabilmente, sono stati negati dai governi all’Istruzione dei nostri giovani. Di perseguire da subito e senza disparità fra le regioni, la migliore Scuola possibile. La società civile, le famiglie, risponderanno con fiducia, ne siamo convinti.
CGD COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI con Coordinamento Provinciale Genitori Modena
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