Alleanza per l’Infanzia esprime profonda preoccupazione per la mancata predisposizione
di un piano di sostegno educativo a fronte della chiusura della didattica in presenza nelle
scuole di ogni ordine e grado e nei servizi educativi per la prima infanzia nelle zone rosse.
Preoccupa altresì la discrezionalità lasciata ai Presidenti di regione nel chiudere scuole e
servizi educativi anche nelle zone gialle e arancioni.
Ciò aggrava il disagio che tutte/i le/i bambine/i e adolescenti stanno sperimentando in
questo lungo anno di pandemia e allarga ulteriormente le disuguaglianze dovute a povertà
materiale ed educativa.
La pandemia sta ledendo il diritto all’istruzione di tutte/i le/i bambine/i e adolescenti, con
conseguenze ancora più gravi per le/i più svantaggiate/i, come hanno già documentato
numerose ricerche in questi mesi. Non si aggrava soltanto la povertà materiale di un
numero crescente di minorenni, ma anche quella educativa, riducendo così in modo
inaccettabile le loro possibilità di crescita.
Anche nel caso di lockdown totale a queste/i bambine/i e adolescenti va garantita la
possibilità di essere seguiti in spazi extra-familiari. Il diritto alla salute e diritto
all’istruzione vanno entrambi garantiti.
Alleanza per l’Infanzia, composta da 34 enti, associazioni e organizzazioni sindacali, aventi
rilevanza nazionale, e da studiose/i e ricercatrici/ori con competenze ed esperienze
specifiche in materia di diritti, salute, educazione, sviluppo dei bambini e adolescenti, di
politiche per le famiglie, chiede:
• che la Conferenza delle regioni e delle province autonome e l’ANCI si diano criteri
uniformi per assicurare il più possibile la continuità dei servizi educativi e scolastici;
• di rivedere con urgenza le norme previste nei DPCM per le zone rosse affinché non
si chiudano indiscriminatamente le scuole, e in particolare i servizi educativi per la
prima infanzia, la scuola dell’infanzia e la scuola primaria, ma che si rinunci
all’attività in presenza solo in modo molto selettivo, là dove a livello locale, e non
solo regionale, lo richiedano i tassi di contagio. Contestualmente va accelerata la
vaccinazione delle/degli educatrici/ori e insegnanti e degli altri operatori della
scuola;
• che nelle zone rosse le scuole promuovano, in collaborazione con Regioni ed Enti
locali, presidi educativi dove mini-gruppi possano essere accolti e seguiti, sia
all’interno degli spazi scolastici, sia in ‘aule diffuse’ e con educatori messi a
disposizione dalla società civile e dal Terzo settore, anche ricorrendo ai Patti
educativi territoriali;
• prevedere già da ora come affrontare la situazione dopo Pasqua, mettendo a punto
tutti gli strumenti necessari per impedire il riaccendersi della pandemia nella
ripresa della scuola in presenza.
Chiede infine che venga predisposto quanto prima un Piano educativo nazionale per
l’Estate, che coinvolga anche tutti i soggetti interessati e competenti in materia,
appartenenti all’associazionismo civico, al Terzo settore e alle realtà culturali del nostro
Paese.
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