RIFLESSIONI SUL BULLISM0…

Come molti sanno, in questi mesi il CGD è impegnato insieme ad AGEDO in un’attività di formazione complessa e molto partecipata dal titolo “Una scuola senza bullismo” (formazione finanziata da AcionAid International Italia ETS e Fondazione Realizza il Cambiamento nell’ambito del progetto THE CARE co-finanziato dall’UE) che vede le Marche come una delle regioni di provenienza dei docenti partecipanti e come sede di svolgimento del corso.

Per questo la notizia del drammatico suicidio di Leonardo Calcina a Senigallia ci colpisce, se possibile, ancor più profondamente: ci chiama in causa come genitori, insegnanti, formatori, adulti, persone.

Per questo prendere la parola oggi è azione che sentiamo al tempo stesso necessaria, ma delicatissima perché nutriamo un rispetto profondo per la tragedia che sta lacerando una famiglia ed una intera comunità, ed è un compito difficilissimo, perché non esiste un’unica verità da cui partire, non è possibile guardare ponendosi da un unico punto di vista né pretendere di limitarsi ad un’unica direzione o modalità di intervento.

Crediamo però che ci sia bisogno del coraggio e della volontà di affrontare in modo complesso e completo queste realtà, bisogno di acquisire una maggiore consapevolezza riguardo a problematiche (e drammi) che ci riguardano tutti.

Crediamo ci sia bisogno di metterci, tutti, sinceramente in discussione per aiutarci, secondo un vero senso di solidarietà e condivisione, a prenderci cura dei ragazzi e delle ragazze che compongono le nuove generazioni, pensandoci finalmente in senso esteso come genitori, considerando nostri figli tutti i figli che abitano la nostra comunità.

Crediamo ci sia bisogno di porsi in ascolto dei bambini e delle bambine, delle adolescenti e degli adolescenti, di tutti i giovani che sono nel presente di oggi e che rappresentano il nostro futuro.

Come fare è la prima domanda che ci dobbiamo porre: la risposta che per prima ci possiamo dare è che si può fare a scuola, con la scuola, grazie alla scuola ed insieme alla scuola.

E’ necessario aprire la scuola a progetti inclusivi, mirati che aiutino i ragazzi non solo a riflettere su sé stessi e a riconoscere i limiti entro i quali fermarsi, così da evitare situazioni a rischio che possano seriamente mettersi e a mettere gli altri in pericolo; ma anche a sentire vicina, presente, partecipe una “rete”, una comunità educante che nei fatti, oggi, manca e che invece è importantissima per offrire supporto, stimolo, esempio, opportunità.

Apriamo la scuola alle famiglie, per farle sentire davvero parte della comunità educante, vera identità dell’istituzione scuola, permettendo loro di confrontarsi e sentirsi appoggiate, comprese, accolte ed aiutate; collaboriamo tutti per rendere il supporto psicologico offerto dalla scuola e dai consultori un servizio disponibile ed efficace per ogni famiglia; mettiamoci in gioco personalmente offrendo tempo, competenze, esperienze, risorse, utili a costruire insieme alla scuola un luogo ed uno spazio concreto di cittadinanza inclusiva ed attiva.

Non si tratta di un’utopia, al contrario: utopia è continuare a isolare chi è “diverso”, fingendo che possa essere lasciato un passo indietro, è dimenticare che lasciare i deboli affondare nelle loro difficoltà significa negare la speranza di futuro a tutti noi.

Utopia è continuare ad affrontare il “bullismo” soltanto attraverso la repressione, è ricorrere alla punizione scambiandola per prevenzione, è tapparsi gli occhi e le orecchie di fronte a gesti inconsulti e drammatici che svelano fragilità e dolori celati, è continuare ad alzare muri e respingere, invece di accogliere e comprendere le giovani generazioni.

La realtà ci richiama ad un irrinunciabile senso di responsabilità, ci richiama al dovere di adulti che non possono scegliere l’agevole strada dell’indifferenza e dell’apatia e non devono cadere nell’errore di pensare che ci sarà sempre qualcun altro che si occuperà di ciò che risulta scomodo, inopportuno, impegnativo.

Si tratta di prendersi carico della vita dei nostri ragazzi, del futuro delle nostre comunità, della nostra società.

Si tratta anche di volere davvero l’eccellenza della scuola, da misurare non (sol)tanto in base ad indici, numeri, statistiche, valori, voti o in base ai risultati delle prove INVALSI, ma bensì sulla base delle risposte concrete che la scuola sa dare ai suoi studenti ed alle loro esigenze, richieste, predisposizioni. E’ necessario chiedere alla scuola non (sol)tanto di investire nell’orientamento al mondo del lavoro, nella ricerca delle prestazioni competitive, ma invece di attrezzarsi per diventare ascoltatrice più attenta innanzitutto dei suoi studenti, delle sue studentesse, ma poi delle loro famiglie, che possono essere più o meno presenti, più o meno attente, molto spesso fragili, disgregate, certamente non più rispondenti al concetto di “famiglia” tradizionale.

E’ proprio per questo che dovremmo ricordare sempre l’importanza di potenziare le competenze dei docenti, dei dirigenti, ma anche dei genitori, degli educatori e degli adulti in generale e l’importanza di tessere rapporti di alleanza educativa: se di fronte a fatti come quelli avvenuti all’Istituto Panzini di Senigallia tutti, dal dirigente agli insegnanti, dagli educatori al personale scolastico, hanno fallito la verità è infatti che, nonostante obblighi di legge, norme complesse, regole e sanzioni che disciplinano in maniera sempre più minuziosa la vita della scuola, spesso nei fatti non troviamo e non riusciamo a mettere in funzione gli strumenti e le parole più adatti ad affrontare situazioni di crisi e di disagio che finiscono per travolgerci. 

Di fronte al gesto estremo di Leonardo e di tanti altri adolescenti come lui, è necessario che gli adulti, tutti, assumano la consapevolezza che nulla va sottovalutato, che ognuno, nel sentirsi responsabile, può e deve impegnarsi perché ogni segnale venga intercettato, ogni disagio venga ascoltato ed affrontato, ogni comportamento inadeguato venga corretto. E la scuola, luogo di democrazia e rispetto dei diritti di tutti, ha il dovere di attivarsi prevenendo gli atti di bullismo e attivando una rete di rapporti solida ed efficace che permetta ai ragazzi e alle famiglie di non sentirsi soli.

COORDINAMENTO GENITORI DEMOCRATICI

21 OTTOBRE 2024

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