Al Presidente della Repubblica
On. Sergio Mattarella
Caro e Ill.mo Presidente,
Conoscendo la Sua sensibilità per i temi del diritto all’istruzione e della formazione, Le scriviamo per esprimere le nostre vive preoccupazioni in merito alle Indicazioni Nazionali che sono state elaborate da una commissione incaricata dal Ministro dell’Istruzione e del Merito e presieduta dalla prof.ssa Loredana Perla.
Le Indicazioni Nazionali rappresentano uno dei documenti fondanti della scuola italiana: non solo definiscono i traguardi di apprendimento, ma delineano anche la visione culturale ed educativa che orienta la formazione delle nuove generazioni. Per questa ragione, riteniamo imprescindibile che esse nascano da un ampio confronto con la comunità scolastica, affinché riflettano davvero la pluralità di visioni, esperienze e sensibilità presenti nel nostro Paese.
Il percorso che ha portato alla stesura delle Indicazioni attualmente vigenti è stato lungo, condiviso e partecipato. Dopo una prima versione uscita nel 2007, ne è seguita un’altra nel 2012, che è stata a sua volta aggiornata nel 2018 da un documento emanato dal MIUR e intitolato Indicazioni Nazionali e Nuovi Scenari, nel quale vengono valorizzati gli obiettivi dell’Agenda 2030 e dell’educazione alla cittadinanza, anche in un’ottica globale.
Grazie al loro ancoraggio al paradigma della “complessità”, le Indicazioni nazionali 2012 sono tuttora adeguate ad affrontare le sfide educative poste da una società multiculturale, multireligiosa e globalmente interconnessa. Esse promuovono una scuola capace di formare un pensiero riflessivo, critico, attento alle differenze e in grado di cogliere interdipendenze tra fenomeni apparentemente distanti.
Riteniamo che questi traguardi siano inderogabili ancora oggi, in un tempo segnato da crisi ambientali, guerre, diseguaglianze e discriminazioni crescenti. Lo è anche il principio, fortemente ribadito nelle Indicazioni 2012, secondo cui l’insegnamento e la valutazione devono essere strumenti per attuare il mandato costituzionale della scuola: quello di rimuovere gli ostacoli che limitano la piena realizzazione di ogni persona, riconoscendone dignità e valore.
Purtroppo, l’attuale proposta di revisione ci appare come un netto arretramento sul piano pedagogico e culturale.
Pur riconoscendo la necessità di riqualificare il sistema scolastico e il fare scuola per migliorare i risultati formativi, riteniamo che l’abbandono del paradigma della complessità a favore di una visione semplificata e fortemente etnocentrica e identitaria non risponda ai bisogni formativi del nostro tempo. Colpisce l’affermazione secondo cui “solo l’Occidente conosce la storia”, che riduce e marginalizza le altre culture, le loro conoscenze e i loro contributi alla storia. Un simile approccio, oltre a essere anacronistico, appare pericolosamente divisivo in una scuola che oggi è abitata da studenti con storie, origini e identità differenti.
A ciò si aggiunge un’impostazione fortemente prescrittiva. Il testo propone contenuti dettagliati e metodologie didattiche vincolanti, segnando un ritorno alla “scuola del programma” e minando in profondità la libertà di insegnamento garantita dall’articolo 33 della Costituzione, nonché le prerogative dell’autonomia scolastica.
L’enfasi posta sui talenti individuali e sulla personalizzazione dell’apprendimento, non adeguatamente bilanciata da un’attenzione al principio dell’individualizzazione e alla necessità di garantire a tutte e a tutti il raggiungimento degli stessi traguardi di competenza, ci induce a ritenere che il testo elaborato dalla Commissione presenti un’impostazione profondamente antiegualitaria. Un’impostazione questa che rischia di allontanare le comunità educanti dall’attenzione a pratiche educative realmente inclusive e coerenti con i valori di giustizia, equità e solidarietà sanciti dalla nostra Costituzione.
Ecco perché ci rivolgiamo a Lei, Signor Presidente.
In quanto garante della Costituzione e della coesione della Repubblica, Le chiediamo di vigilare affinché il processo di revisione delle Indicazioni Nazionali non si traduca in un’imposizione calata dall’alto, ma torni a essere un’occasione di confronto serio, ampio, inclusivo. La scuola italiana non può essere ridotta a strumento di propaganda ideologica per nessun governo in carica: deve rimanere luogo di dialogo, confronto e responsabilità diffusa per una crescita culturale, democratica e aperta al futuro.
Con profonda fiducia, Le chiediamo di farsi interprete di questa istanza. Aiutare la scuola a restare fedele alla sua missione costituzionale significa proteggere la democrazia stessa. Come Lei ha ricordato nell’apertura dell’anno scolastico, “la scuola è movimento. Non si ferma. È una strada su cui camminare insieme, giovani e adulti”: ci auguriamo che quel cammino possa continuare a svolgersi nel segno della libertà, dell’uguaglianza e della
partecipazione.
Con deferente stima
Le associazioni firmatarie
ActionAid | FLC CGIL |
Baobab. L’albero della ricerca | Legambiente Scuola e Formazione |
CEMEA | MCE |
Centro Studi Clotilde e Maurizio Pontecorvo | Gruppo Nazionale Nidi Infanzia |
Circolo Gianni Bosio | Proteo Fare Sapere |
Clio 92 | Rete Educare alle differenze |
CIDI | Rete Studenti Medi |
CGD | SIDIDAST |
CRESPI | Unione degli Studenti |
Gentili editori di testi scolastici,
ci rivolgiamo a voi con una sentita preoccupazione in merito alla recente revisione delle Indicazioni Nazionali 2025. Il testo ha generato un ampio dibattito in merito al paradigma culturale che ne è fondamento, ai metodi didattici proposti e ai contenuti disciplinari raccomandati. Il dibattito è tuttora in corso e ha messo in evidenza numerosi aspetti problematici.
Comprendiamo che il sistema educativo sia un organismo dinamico e che un aggiornamento periodico dei quadri di riferimento possa essere opportuno, tuttavia esprimiamo forti riserve sull’impianto concettuale, sui tempi e sulle potenziali implicazioni dell’annunciata revisione dei libri di testo al fine di adeguarsi alle Indicazioni 2025.
Infatti, nelle nuove Indicazioni si registra piuttosto una torsione verso il passato, il richiamo a teorie di dubbia coerenza con il dettato costituzionale e una visione della scuola non corrispondente alla complessità del reale.
La revisione, così radicale, solleva diverse e significative preoccupazioni:
- Confusione nella comunità scolastica: un cambiamento così radicale di paradigma potrebbe generare confusione e disorientamento tra docenti, studenti e famiglie, minando la fiducia nelle istituzioni educative.
- Rischio di revisioni superficiali: temiamo che una revisione affrettata, motivata da ragioni contingenti e ideologiche, rischi di introdurre modifiche decisamente peggiorative rispetto al quadro attuale.
- Priorità divergenti: crediamo che in questo momento l’attenzione principale del sistema educativo e editoriale dovrebbe essere orientata al consolidamento e alla piena attuazione delle Indicazioni Nazionali del 2012 e dei Nuovi Scenari del 2018. Le eventuali criticità emerse dalle pratiche didattiche dovrebbero ispirare provvedimenti per la migliore formazione dei docenti.
Le Indicazioni Nazionali del 2012 sono state sostenute da un lungo e complesso processo di elaborazione, coinvolgendo esperti, pedagogisti, disciplinaristi e la comunità scolastica nel suo complesso. La costruzione di curricoli nelle scuole ha richiesto un significativo sforzo da parte di docenti e dirigenti scolastici.
Anche il vostro settore è stato impegnato intensamente nella produzione di materiali didattici in linea con gli orientamenti di grande apertura culturale contenuti nelle Indicazioni Nazionali 2012 e nei Nuovi Scenari 2018.
Vi invitiamo, pertanto, a considerare attentamente le potenziali implicazioni negative di una revisione affrettata e non condivisa da tutto il mondo della scuola e della conoscenza e a far sentire anche la vostra voce nel dibattito pubblico sulla revisione delle Indicazioni nazionali, sottolineando la necessità di un approccio ponderato a qualsiasi futura modifica dei libri di testo che tenga conto della libertà costituzionale di edizione.
Tutti i libri e a maggior ragione i testi scolastici sono strumenti fondamentali per l’arricchimento culturale e fattore di sviluppo degli individui, dello Stato e della democrazia, come previsto nel dettato costituzionale.
Siamo consapevoli della delicatezza del ruolo delle case editrici nella mediazione tra i soggetti dell’elaborazione intellettuale, anche in considerazione della platea a cui si rivolgono i testi scolastici.
Confidando nella vostra attenzione e nella vostra sensibilità verso le esigenze del mondo della scuola, vi chiediamo quindi di esercitare pienamente e responsabilmente quel ruolo di mediazione nella elaborazione culturale del nostro paese. La qualità scientifica e didattica dei testi proposti in adozione alle scuole necessita della libertà di scelta degli idonei strumenti didattici da parte dei docenti, nel quadro della libertà di insegnamento e dell’autonomia scolastica.
Con l’augurio di buon lavoro, vi salutiamo cordialmente.
ActionAid | FLC CGIL |
Baobab. L’albero della ricerca | Legambiente Scuola e Formazione |
CEMEA | MCE |
Centro Studi Clotilde e Maurizio Pontecorvo | Gruppo Nazionale Nidi Infanzia |
Circolo Gianni Bosio | Proteo Fare Sapere |
Clio 92 | Rete Educare alle differenze |
CIDI | Rete Studenti Medi |
CGD | SIDIDAST |
CRESPI | Unione degli Studenti |
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