L’Evidenziatore di Maurizio Parodi

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Gli studenti astratti

Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato.” Indicazioni nazionali.

Si fa un gran parlare pedagogico di identità e diversità, ma come funziona la didattica “reale”? L’insegnante propone uno stesso stimolo (indifferenziato) non a un gruppo di persone, ma ai singoli (indifferenziati) studenti ai quali contemporaneamente si rivolge. Ciascuno è considerato per sé, non in quanto parte del tutto, e come tale deve operare, dimostrando il proprio valore (che sarà oggetto di valutazione individuale), in rapporto (di opposizione) agli altri. Ci si rivolge alla classe come fosse un’entità unica (indifferenziata) e non l’incontro-scontro di identità irriducibili, considerando i ragazzi e gli universi che in loro sono compresi, così come l’intricatissima rete di relazioni nella quale sono profondamente immersi, e talvolta irretiti, come un soggetto, o peggio, un oggetto collettivo anonimo e uniforme, “mentre – ci ricorda Danilo Dolci – perfino ogni fiocco di neve e, ben oltre, ogni organismo, ogni senno è necessariamente diverso da un altro”.

28 aprile 2015

 

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